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venerdì 25 giugno 2010

Cosa è il Nofollow



Spesso si sente parlare di "rel nofollow", ma per essere sicuri al 100% di cosa è e come dovrebbe essere utlizzato da tutti i webmaster vi riporto un articolo su come la vede la Google:

"Nofollow" consente ai webmaster di inviare ai motori di ricerca le istruzioni "Non seguire i link presenti in questa pagina" o "Non seguire questo link".

In origine, l'attributo nofollow compariva nel metatag a livello di pagina e indicava ai motori di ricerca di non seguire (ovvero non eseguire la scansione) qualsiasi link in uscita dalla pagina. Ad esempio:


Prima che il tag nofollow fosse utilizzato per i singoli link, impedire ai robot di seguire i singoli link su una pagina richiedeva un notevole impegno (ad esempio, reindirizzando il link a un URL bloccato in robots.txt). Per questo motivo è stato creato il valore attributo nofollow dell'attributo rel, che consente ai webmaster di effettuare un controllo più mirato. Anziché indicare ai motori di ricerca e ai bot di non seguire tutti i link presenti nella pagina, ti consente di indicare facilmente ai robot di non eseguire la scansione di un determinato link. Ad esempio:

Come vengono gestiti da Google i link contrassegnati con nofollow?

In genere non li seguiamo. Ciò significa che Google non trasferisce testo di ancoraggio o PageRank tra questi link. In pratica, utilizzando nofollow escluderemo i link di destinazione dalla nostra rappresentazione complessiva del Web. Tuttavia, le pagine di destinazione potrebbero comunque essere presenti nel nostro indice se altri siti vi si collegano senza utilizzare nofollow oppure se gli URL vengono inviati a Google tramite una Sitemap. Inoltre, è importante tenere presente che altri motori di ricerca potrebbero gestire nofollow in un modo leggermente differente.

Quali sono le norme di Google in materia e alcuni esempi specifici dell'utilizzo di nofollow?

Ecco alcuni casi in cui consigliamo di utilizzare nofollow:

Contenuti non fidati: se non puoi o non vuoi farti garante dei contenuti di pagine a cui hai inserito un link nel tuo sito, ad esempio commenti o voci nel libro degli ospiti lasciati da utenti non fidati, dovresti utilizzare nofollow per tali link. Ciò può scoraggiare gli spammer dall'attaccare il tuo sito e impedire al tuo sito di assegnare inavvertitamente un PageRank a un cattivo vicino sul Web. In particolare, gli spammer di commenti possono decidere di non attaccare un sistema di gestione dei contenuti o un servizio di blog se si rendono conto che i link non fidati presenti in tale servizio non vengono seguiti perché contrassegnati con nofollow. Se desideri premiare gli utenti fidati che lasciano commenti, puoi decidere di rimuovere manualmente o automaticamente l'attributo nofollow dai link pubblicati da membri o utenti che nel corso del tempo hanno ripetutamente lasciato contributi e commenti di alta qualità.
Link a pagamento: il posizionamento di un sito tra i risultati di ricerca di Google si basa in parte anche sull'analisi dei siti che contengono link che rimandano a esso. Per impedire che i link a pagamento influenzino i risultati di ricerca e abbiano un impatto negativo sugli utenti, invitiamo i webmaster a utilizzare l'attributo nofollow su tali link. Le linee guida dei motori di ricerca richiedono che i link a pagamento vengano segnalati in un formato leggibile dal computer, come accade per i consumatori online e offline che apprezzano la segnalazione delle relazioni commerciali a pagamento (ad esempio, un annuncio su un'intera pagina di un quotidiano contrassegnato dalla dicitura "Pubblicità"). Ulteriori informazioni sulla posizione di Google sui link a pagamento.
Prioritizzazione della scansione: i robot dei motori di ricerca non possono eseguire l'accesso o registrarsi come membri del tuo forum, pertanto non vi è motivo di invitare Googlebot a seguire link quali "registrati" o "accedi". L'utilizzo di nofollow su questi link consente a Googlebot di eseguire la scansione di altre pagine che desideri siano incluse nell'indice di Google. Tuttavia, una buona strutturazione delle informazioni (una navigazione intuitiva, l'utilizzo di URL facilmente leggibili da motori di ricerca e utenti e così via) potrebbe rappresentare un utilizzo molto più produttivo delle risorse rispetto al concentrarsi sulla prioritizzazione della scansione tramite i link contrassegnati dall'attributo nofollow.
Come funziona nofollow con la Social Graph API (rel="nofollow me")?

Se ospiti profili utente e consenti agli utenti di collegarsi ad altri profili sul Web, ti invitiamo a contrassegnare i link in questione con il microformato rel="me" in modo che possano essere resi disponibili tramite la Social Graph API. Ad esempio:

Tuttavia, poiché questi link vengono generati dall'utente e a volte potrebbero indirizzare a pagine non attendibili, consigliamo di contrassegnarli con nofollow. Ad esempio:

Con rel="me nofollow", Google continuerà a considerare rel="nofollow" come previsto per le ricerche, ad esempio non trasferendo il PageRank. Per quanto riguarda la Social Graph API, però, prenderà in considerazione il link contrassegnato con rel="me" anche quando è incluso con nofollow.

Se, però, puoi verificare la proprietà di un link utilizzando una tecnologia di identificazione come OpenID o OAuth, può scegliere di rimuovere il link contrassegnato con nofollow.

Per impedire la scansione di un URL contrassegnato con rel="me nofollow", puoi utilizzare il file robots.txt. Le regole standard di esclusione del file robots.txt vengono rispettate sia da Googlebot che dalla Social Graph API.


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2 commenti:

  1. interessante questo articolo, in particolare l'uso dei link ad uso interno come "Accedi" mi era sfuggito. Però non sono tanto d'accordo sui link a pagamento: se una persona paga per avere un link vuole averlo almeno della stessa classe degli altri. La tua esperienza?

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  2. Ciao Francesco,

    tieni presente che l'articolo è tratto da Google stesso, quindi è normale che dicano una cosa del genere, mi sbilancio un poco dicendoti che è tutto da verificare questo concetto

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